Erba gatta- INFORMAZIONE

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Dott. Fabio Antonioni

Cerchiamo di sfatare la convinzione popolare che esista solo una tipologia di erba gatta.  Vedremo altre piante aromatiche insospettabili che emanano veri e propri ferormoni capaci di provocare lo sballo nel gatto. Cercheremo di capire la motivazione.

Un aspetto da non sottovalutare è la fonte di Acido folico (vedi articolo) contenuta in alcune di queste essenze.

Come si comporta il gatto?

Quando gatto si avvicina alla erba gatta, la annusa, tende a strusciarsi sulla pianta, ne pizzica le foglie e le mastica, le lecca, fa le fusa e magari ci si sdraiato sopra. Alcuni tendono ad eccitarsi, altri si innervosiscono, altri ancora si placano, una azione definita simil-inebriante, quasi afrodisiaca o sballante.

Erba gatta in commercio?

Spesso l’erba gatta che si acquista corrisponde ad una miscellanea di piante foraggere o graminacee, essenze contenenti Dactilys glomerata o “erba mazzolina”, Avena sativa o avena selvatica, Orzo, Catnip o Matatabi che hanno la funzione, qualora ingerite, di provocare emesi cioè vomito e quindi indurre la liberazione meccanica del pelo ingerito sotto forma di bolo.

Facciamo chiarezza.

Quale la vera Erba gatta?

Nepeta cataria conosciuta con il nome di Catnip, botanicamente appartiene alla famiglia delle Lamiaceae, in precedenza Labiateae.

Pianta spontanea e perenne, molto aromatica con foglie dentate e fiori a forma di pannocchia.

Il suo habitat è la zona orientale del Mediterraneo, ma diffusa in tutta Europa.

Volgarmente conosciuta come: erba gatta, gattaria, erba gattaria, gattaia.

Alla stessa famiglia appartengono piante aromatiche come: lavanda, basilico, timo, menta, salvia, rosmarino, molte di esse sono impiegate in cucina.

Ma non è la sola erba gatta, occorre comprendere anche il Camedrio maro della stessa famiglia botanica o “timo del gatto”, botanicamente Teucrium marum non ha nulla a che fare con il timo usato in cucina. Apprezzato per il miele che se ne ricava in Sardegna, pianta presente anche in Corsica, Toscana, isole Baleari e Dalmazia.

Cosa attira il gatto?

L’aroma che emana l’erba gatta Nepeta cataria contiene un olio essenziale chiamato nepetalattone (C10H14O2), un terpene definito la vera e propria droga dei gatti simile ai ferormoni pertanto funge da richiamo.

Esiste una lista nutrita di essenze o derivati ad azione simile (epinepetalattone, diidronepetalattone ecc..).

Però non tutti i gatti ne sembrano sensibili, altri gatti sono attirati dalla Valeriana officinalis o dal Caprifoglio come vedremo

Altre piante da sballo?

Le piante della famiglia delle Actinidiaceae contengono un olio essenziale a base di actinidina (C10H13N)appartenente alle actinidine prodotti naturali sintetizzati da piante ed insetti.La actinidina chimicamente è un derivato piridinico che svolge una azione attrattiva per i gatti, la molecola è contenuta anche in alcuni insetti coleotteri.

Tra le sostanze studiate da annoverare la diidroactinidiolide (C11H16O2) un terpene volatile usato come profumo e contenuto in sostanze naturali come tè nero, fieno greco, nei manghi e nel tabacco. Si tratta di un vero e proprio ferormone usato dalla regina della formica rossa.

Vediamo la Actinidia deliciosa e la Actinia polygama.

Che cosa è l’Actinidia deliciosa?

La Actinia deliciosa è una pianta rampicante originaria della Cina introdotta in Europa (Francia) da un missionario botanico francese nel 1897 e conosciuta attualmente per il suo frutto, il kiwi. Quindi anche questa pianta attira i gatti.

Ed il matatabi giapponese?

La Actinia polygama è una pianta chiamata “polvere di gatto” o matatabi analoga al kiwi che cresce in Giappone ed in Cina orientale nelle zone montuose. Da circa dieci anni si è diffusa anche in Europa ed impiegata come erba gatta.

E’ conosciuta come “vite d’argento” dal momento che le foglie del picciolo appaiono di color argento e bianco e si vedono da lontano. Fiorisce tra fine Giugno e Luglio e produce dei frutti carnosi verso Ottobre come i kiwi di colore giallo-rosso e la loro polpa è di colore arancione anziché verde.

Conosciuta anche come pianta medicinale.

E’ conosciuta come erba gatta, induce un effetto inebriante nell’80% dei gatti testati, si trova in commercio sotto forma di bastoncini, semi, foglie, fiori da spargere su giochi ad esempio.

E la radice di Valeriana?

Anche questa è una erba gatta da sballo, da non confondere con l’insalata di valeriana che appartiene alla stessa famiglia delle Valenariaceae.

La Valeriana officinalis è una pianta erbacea e perenne che cresce spontanea prediligendo luoghi boschivi umidi e freschi. Conosciuta in medicina nell’uomo per  l’azione sedativa e calmante che induce. Anche l’olio essenziale di Valeriana contiene actinidina quale attrattivo dei gatti.

In verità nel gatto si usa comunemente la radice di Valeriana che si trova anche in commercio.

Ed il Caprifoglio tatarico?

Botanicamente si tratta della Lonicera tatarica o Caprifoglio tartaro originaria della Siberia o dell’Asia orientale, pianta rampicante che resiste al gelo ed all’inquinamento, introdotta alla fine del Settecento in Europa. È il legno della pianta a provocare l’effetto inebriante in almeno il 50% dei gatti testati, si trova normalmente in commercio.

Appartiene alla famiglia delle Caprifoliaceae come il sambuco.

Ci sono altre piante?

Esistono altre piante che risultano tossiche per il gatto, ma tutte potenzialmente dotate di analogo effetto euforizzante.

Acalypa indica o ortica indiana che è tossica.

Menyanthes trifoliata o trifoglio d’acqua anch’essa tossica.