Dott. Fabio Antonioni
Adattamento ad interagire
Nel rapporto uomo animale la conoscenza etologica permette di tradurre i comportamenti nel loro insieme verificando origine, caratteristiche e soprattutto quelle che sono le relazioni con l’ambiente esterno ed interno al soggetto che li manifesta, quindi relative alla intrinseca capacità di interagire con ciò che lo circonda.
Il comportamento di un animale da compagnia finisce per essere una determinante estremamente importante e spesso una vera e propria discriminante nell’ambito del rapporto uomo/ cane ed i problemi ad esso correlati sono una delle principali cause dell’allontanamento dell’animale sia in termini di abbandono che in termini di eutanasia.
Purtroppomolti di questi comportamenti finiscono per diventare persistenti e rendono difficoltosa e spesso pericolosa una gestione pratica del cane soprattutto all’interno di determinati contesti.
Cause eziologiche multifattoriali
I disturbi comportamentali sono complessi e multifattoriali e spesso non facilmente risolvibili, diversi sono i fattori e le cause eziologiche che contribuiscono alla comparsa di questi fenomeni reattivi che potremo riassumere in:
- inadeguata socializzazione da parte del cucciolo
- esperienze precoci traumatiche
- errate condizioni di allevamento durante i periodi critici con isolamento sociale e deprivazione ambientale
- alterazioni del rapporto uomo animale per condizionamenti involontari
- errori gestionali del proprietario.
Sappiamo che il cane possiede nel proprio repertorio comportamentale una vasta serie di segnali e comportamenti che sono comprensibili ai conspecifici e che si sviluppano secondo tappe ben precise strettamente collegate allo sviluppo neuro-sensoriale individuale che vengono denominate “fasi sensibili” durante le quali il cane assimila tutto un bagaglio di informazioni esterne e modula le proprie risposte reattive o adattative alle circostanze.
Acquisizione dell’esperienza con l’ambiente
Molto dipende proprio dal momento in cui riesce ad acquisire queste esperienze che si trasformeranno in conoscenze stabili o che potranno rafforzarsi nel corso del tempo stimolando il cane a rispondere in un determinato modo a quel particolare stimolo ricevuto piuttosto che ad un altro.
Il problema sta nel riuscire a modulare correttamente queste risposte adattative evitando o riducendo al minimo quelli che potrebbero essere comportamenti abnormi o eccessivi o inappropriati.
Fasi evolutive critiche
Sono state classificate differenti fasi evolutive in merito che potremo riassumere in:
- 1°-2° settimana di vita o periodo neonatale
- 3° settimana o periodo di transizione
- 3°/4° fino alla 12° settimana o periodo di socializzazione
- 12° a maturità sessuale o periodo giovanile
Da segnalare che durante tali differenti fasi di sviluppo il cane è particolarmente sensibile all’apprendimento di associazioni relativamente stabili e durature nel tempo, questo significa che quello che apprende in queste prime fasi di vita lo segneranno da un punto di vista comportamentale per il resto della sua vita, una vera e propria impronta caratteriale che sarà alla base di quello che impropriamente potremo definire“personalità”.
Fase della socializzazione
Soprattutto la fase più critica è rappresentata dal “periodo di socializzazione” che riveste una enorme importanza dal punto di vista di formazione di quel profilo caratteriale e comportamento finale.
Durante questa fase i cuccioli familiarizzano con il resto della cucciolata, imparano a relazionarsi con la figura materna e soprattutto incominciano ad interagire con l’ambiente circostante e quindi anche con l’uomo direttamente.
Pensiamo alla attività esplorativa e alla attività ludica che stimolano i cuccioli a rapportarsi e ad interagiretra loro e permette lo strutturarsi di una sorta di gerarchia sociale attraverso atteggiamenti in parte aggressivi e pseudo agonistici, momenti nei quali si trasmettono segnali istintivi di dominanza e di sottomissione.
Tutto avviene attraverso il morso ed il gioco, un modello attraverso il quale i cuccioli imparano a modulare ed a gestire la propria forza imparando ad infliggere o a subire il dolore del morso, quindi maturano esperienze essenziali ai fini di una futura gestione delle proprie reazioni istintive.
Il tutto avviene sotto il rigido controllo della figura materna che riesce ad insegnare alcuni comportamenti inibendo gli eccessi quando i giochi si fanno troppo pesanti od insistenti.
Ecco che in questa fase il cucciolo prende coscienza della capacità di distinguere gli stimoli che provengono dall’ambiente circostante, tende ad assimilare informazioni importanti relative alla distinzione tra elementi ambientali positivie familiari da quelli estranei ed a discriminarli come tali; a tale riguardo potranno mettere in atto comportamenti reattivi che vanno dall’evitamento alla paura, all’aggressività nei confronti di stimoli estranei (tutto si sviluppa in questa fase esperienziale).
Diventa chiaro che tra i fattori che influenzano le risposte correlate alla paura in un soggetto vi è l’esperienza dell’animale a quel determinato stimolo durante le fasi di sviluppo; eventi traumatici o addirittura la mancanza di stimolazioni precoci adeguate potranno determinare una riduzione generale della capacità di adattamento a nuove stimolazioni ambientali con la conseguenza di fenomeni reattivi inappropriati.
Evoluzione dell’impatto con l’ambiente esterno
L’ambiente esterno viene ad avere un grosso impatto sullo sviluppo delle connessioni neuronali e a partire dal post-parto, momento nel quale il cervello diventa una fonte estremamente plastica che si adatta ad assimilare e conoscere e ad accettare aspetti dell’ambiente sociale e fisico che lo circonda, quindi il periodo della socializzazione diventa un momento essenziale della vita nel percepire primase stesso e l’ambiente circostante.
Quindi ci sarà prima una presa di coscienza e di conoscenza del sè, una acquisizione di identità che tiene conto anche della propria fisicità e successivamente questa conoscenza sarà rivolta all’ambiente che lo circonda con tutti gli stimoli conseguenti e le risposte reattive che ad essa faranno seguito.
Periodo ideale per adozione del cucciolo
Proprio in relazione a quanto finora affermato si ritiene che la adozione tra le 8 e le 10 settimane possa rappresentare un periodo idoneo al fine di introdurre un cucciolo all’interno di un nuovo contesto ambientale al fine di poter maturare una personalità più equilibrata con minori possibilità di comportamenti alterati.
Da segnalare che il successo del rapporto uomo /cane rappresenta anche una complessa combinazione di fattori genetici ed ambientali nei quali rientra l’atteggiamento tenuto dal proprietario e tali fattori ovviamente variano da caso a caso, non sempre si può generalizzare.
Così come è importante che il cucciolo socializzi in maniera adeguata, è altrettanto fondamentale che le informazioni appropriate e l’apprendimento avvenuto durante le fasi sensibili prima dell’adozione siano successivamente rinforzate attraverso successive stimolazioni corrette da parte del nuovo proprietario.
Egli non deve rafforzare alcuni atteggiamenti a scapito di altri, ma deve cercare di gestire il cane tenendo presente che gli stimoli servono al cane per fare esperienze e per confermare risposte adattative che il più delle volte diventeranno definitive.
Se infatti l’apprendimento non viene regolarmente rinforzato potrebbe non persistere fino all’’età adulta e pertanto gli effetti di una adeguata socializzazione potrebbero andare persi in un periodo successivo proprio a seguito di errori gestionali successivi alla adozione.
Rischi da eccesso di protezione
Questo può capitare quando proprietari non sufficientemente informati tendono a proteggere il proprio cucciolo da tutti gli stimoli ambientali esterni (ambiente iperprotettivo) per il timore che possa contrarre magari pericolose malattie o infezioni, oppure rinforzando involontariamente allo stesso modo ma persistentemente le associazioni non appropriate avvenute durante la fase sensibile (paura, aggressività in risposta ad alcuni stimoli) confortando o punendo il cane in presenza di un determinato stimolo.
Fenomeni correlati: paura, ansia, panico
In questo modo il cane finisce per fare associazioni scorrette ed impara a reagire in modo inopportuno manifestando atteggiamenti di paura o attacchi di panico vero e proprio o addirittura aggressività quando non riconosce quello stimolo in modo appropriato, finisce per reagire istintivamente come sa fare.
Nella strategia di adattamento giocano un ruolo fondamentale sia le caratteristiche individuali (temperamento) dell’animale sia quelle dell’ambiente di vita che comprende anche le interazioni con il proprietario e l’atteggiamento di quest’ultimo verso il cane, più volte lo abbiamo sottolineato.
Quindi particolare attenzione andrebbe prestata all’osservazione del cucciolo durante le sue fasi di sviluppo sia per identificarne le caratteristiche individuali sia per favorire una corretta socializzazione con i con specifici e con l’uomo ed indirizzarne adeguatamente l’educazione correggendo eventuali atteggiamenti.
Rischi da adozione precoce
Una adozione precoce tra zero e 50 giorni può essere destabilizzante per il cucciolo poiché lo si allontana dall’ambiente in cui vive e dai compagni nel momento ancora sensibile non dandogli la possibilità di approfondire la conoscenza dei conspecifici e predisponendo alla manifestazione di aggressività in risposta a stimoli non noti o comunque riconosciuti come potenzialmente pericolosi.
Cuccioli di cane svezzati ed allontanati dal gruppo prima della fine del periodo di socializzazione possono, da adulti, evitare o aggredire altri cani o comunque sviluppare comportamenti sociali inappropriati, non saranno neppure in grado di giocare in quanto non avranno imparato a farlo e generalmente sarà anche difficile farli accoppiare.
Rischi da adozione tardiva
Anche una adozione tardiva o una esposizione tardiva agli stimoli ambientali può avere influenze negative sullo sviluppo comportamentale del cucciolo, questo rende ancora più difficoltoso un possibile adattamento in termini di accettazione vera e propria.
Non è difficile incorrere in situazioni fortemente depressive o autolimitanti nelle quali il cane rifiuta in qualche modo di collaborare, di mangiare o di giocare dal momento che si sente un estraneo, incapace di adattarsi ad una nuova situazione ambientale, pertanto tenderà all’isolamento e all’evitamento sociale chiudendo ogni possibile via di comunicazione con l’ambiente.
Si può arrivare anche a casi limite soprattutto quando il trauma della separazione dal primo contesto è stato vissuto come una vera e propria ingiustizia, c’è alla base un problema psicologico legato all’abbandono, al senso di ineluttabilità, alla perdita di identità, al proprio ruolo sociale e così via.
Come gestire il trasferimento e l’ambientazione domestica
Essenziale che il cucciolo durane la fase sensibile possa venire a contatto e si abitui alla presenza di diversi stimoli come persone anziane, bambini, traffico ecc.. che lo circonderanno nella sua vita futura imparando ad interagire correttamente.
Un cane vissuto in un ambiente rurale o tenuto in parziale isolamento con minori contatti con il mondo esterno o in un ambiente domestico iperprotettivo sarà più propenso a manifestare reazioni di ansia, paura ed addirittura fobie nei confronti di stimoli che non è in grado di riconoscere come normali.
Un processo di sviluppo comportamentale corretto consente al cane di affrontare le varie situazioni ambientali reagendo in modo adeguato agli eventi stressori, mentre, al contrario una alterazione delle fasi di sviluppo del cucciolo può predisporre alla insorgenza di “disturbi comportamentali”.
Rapporto uomo/animale simbiotico
Negli ultimi anni la relazione tra uomo ed animale da compagnia ha assunto significati sempre più complessi soprattutto a seguito al fatto che l’animale è diventato parte integrante del nucleo familiare; questo però non sempre è sufficientemente supportato da adeguate conoscenze delle caratteristiche comportamentali dell’animale che consente una buona gestione del rapporto, talvolta il cane finisce per assimilare tutte le ansie e le paure dell’essere umano diventando una vera cartina tornasole, può diventare un elemento che serve solo a riempire dei vuoti anche affettivi o altro e spesso a lui sono delegati compiti che non può avere.
A questo riguardo non è difficile osservare come molti animali da compagnia finiscano per manifestare nel corso del tempo gli stessi identici sintomi o disturbi dei proprietari proprio a seguito di un legame quasi simbiotico che si viene a creare tra uomo ed animale, anche se questo non deve essere concepito come un fenomeno naturale ma una vera e propria deviazione provocata dalla società moderna e dallo stress.