Dott. Fabio Antonioni
Di cosa si tratta?
Consiste in una forma di alopecia a carico di alcune razze di cani che possiedono un pelo folto.
Viene chiamata anche Alopecia non infiammatoria canina (ANI).
Da precisare che il disturbo assume diverse denominazioni e ciò è indicativo di un inquadramento scientifico non univoco.
Infatti non si tratta di una patologia singola, ma di una Sindrome vera e propria le cui cause eziologiche possono essere molteplici.
Quali razze sono colpite?
Sono colpite le razze nordiche tipo: Cwo cwo, Alaskan malamute, Samoyedo, Siberian husky, Spitz finlandese, il Volpino di Pomerania, il Keeshond, Elkhound norvegese, American eskimo ed il Barbone nano.
A quale età?
Di solito la patologia si manifesta in soggetti adulti a partire da 2 anni a 6 anni, comprende sia maschi che femmine interi e sterilizzati.
Cause predisponenti?
Le cause scatenanti sono sconosciute, si presume sussistano molte patologie sottostanti.
Le ipotesi restano diverse, si parla di squilibri ormonali a vari livelli e non solo come avremo modo di vedere.
Viene citata anche come tara ereditaria o Black Skin Disease o BSD proprio perché le zone di pelle scoperte assumono una pigmentazione più scura, si è potuto accertare che colpisce soggetti della stessa cucciolata.
Sono state riscontrate Displasie dei follicoli piliferi che assumono caratteristiche alterate con blocco del processo di maturazione che interferiscono con la rigenerazione del pelo stesso.
Per altri soggetti si è riscontrata una diretta affinità con un Cusching subclinico o iper-adrenocorticismo.
Alcuni soggetti testati hanno presentano deficit dell’ormone somatotropo o GH o ormone della crescita prodotto dalla ipofisi, in altri pazienti si è riscontrata una elevata concentrazione di ormoni sessuali estrogeni e/o testosterone.
Sintomi clinici
Il problema estetico si manifesta con perdita di pelo simmetrica in aree del corpo destinate a maggiore frizione o sfregamento a causa di collari e pettorine, avremo zone più glabre e diradate a livello del treno posteriore comprese cosce e parte lombo sacrale.
Restano indenni la testa e la parte più distale a carico degli arti.
Il pelo assume un aspetto lanuginoso, resta piuttosto opaco e secco mentre le zone alopeciche tendono ad assumere una pigmentazione più scura; assente il prurito.
Occorre ribadire che il problema cutaneo non ha alcuna ripercussione o effetti nocivi sulla salute e sul benessere del cane.
Diagnosi differenziali
Analoga manifestazione a livello cutaneo si può presentare in altri disturbi:
- Neoplasie testicolari (iper-estrogenismo o femminilizzazione del maschio)
- Ipotiroidismo (deficit della ghiandola tiroidea)
- Morbo di Cushing (iper-adrenocorticismo)
Terapia farmacologica
L’intenzione è favorire la ricrescita del pelo del cane attraverso il modello della terapia “anti” cioè rivolta contro la sintesi di alcuni ormoni con il limite operativo dato dalla terapia farmacologica incapace di offrire una soluzione definitiva.
Si gestisce il paziente come un Cushing subclinico e si procede secondo il protocollo terapeutico previsto alla prescrizione di Trilostano che sopprime la sintesi del cortisolo surrenalico per diversi mesi.
Esistono altri approcci anti-ormonali:
- Mitotane = usato per il carcinoma della corticale del surrene nell’uomo-inibisce la steroidogenesi.
- Melatonina = prodotta dalla ghiandola epifisi, riduce la sintesi di testosterone, inibisce il GnRH, inibisce ormone luteinizzante o LH.
- Osaterone acetato = usato nella iperplasia prostatica benigna del cane maschio.
- Fulvestrant = anti-estrogeno usato nel trattamento del carcinoma mammario.
- Medrossiprogesterone acetato (MAP) = usato nel carcinoma mammario dell’uomo come antiestrogenico.
Non da ultimo il tentativo di terapia Laser direttamente sul bulbo pilifero.
Terapia omeopatica
Suo malgrado, anche il Veterinario Omeopata è chiamato in causa.
Le aspettative del cliente restano sempre piuttosto alte soprattutto a seguito di esperienze farmacologiche inefficaci.
L’approccio omeopatico, per quanto discutibile possa essere, fortunatamente non prevede alcun intervento anti-ormonale a carico di organi, apparati o ghiandole endocrine, nessun elemento bellico farmacologico viene sparato sul paziente animale.
Ciò non toglie che i progressi della prescrizione omeopatica costituzionale quando coerente con le caratteristiche psico-fisiche del cane possa consentire un risultato più che accettabile nel tempo.
Nella pratica clinica è preferibile accettare piccoli compromessi che possono essere affrontati serenamente da parte dei proprietari senza troppi drammi.