Micotossine alimentari- TOSSICOLOGIA

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Dott. Fabio Antonioni

Torna alla ribalta il problema legato alla intossicazione alimentare nell’uomo e negli animali da reddito ed animali d’affezione compresi i cavalli.

Si è trovata una possibile correlazione tra il contenuto di Tricoteceni come la Tossina T-2 (C24H34O9 o insariotossina) e HT-2 (C22H32O8 o diacetossiscirpenolo) in mangimi destinati ai gatti con ripercussioni sullo stato di salute in uno studio recente effettuato in Inghilterra.

Cosa sono?

Le Micotossine sono tossine che si trovano su materie prime che rappresentano la base della alimentazione umana ed anche animale non solo di interesse zootecnico ma anche negli alimenti Pet-food destinati a cani, gatti, uccelli, furetti.

Sono contaminanti dei prodotti cerealicoli e non solo (avena, frumento, segale, orzo, riso, mais ed anche crusca e sottoprodotti, soia e sottoprodotti ecc..) prodotti da alcuni funghi responsabili di muffe che si vengono a creare durante la fase di coltivazione in annate particolarmente piovose e successivamente nella fase di stoccaggio e conservazione delle granaglie.

Quali le più pericolose?

I TRICOTECENI sono una famiglia di micotossine di circa 150 composti con attività biologica simile e risultano potenzialmente più pericolose perché possono essere assorbite per via cutanea, per via digerente ed anche per via inalatoria tal quali e non hanno bisogno di essere attivate metabolicamente come ad esempio le Aflatossine (vedi dopo).

Sono suddivise in classi in funzione della loro struttura molecolare e del grado di tossicità ( ne vediamo solo alcune).

Quale la causa?

Si tratta di muffe prodotte da funghi del Genere: Fusarium, Tricodherma, Trichothecium, Cefalosporia, Mirotheca, Stachybotris, Cylindrocarpum, Verticimonosporium, Phomopsis

Quali sono?

Vengono suddivise in Classi a seconda del grado di tossicità

Classe A: rappresenta il gruppo di tricoteceni più pericolose, comprende la tossina T-2 ed HT-2  che sembrano avere una correlazione con la PANCITOPENIA del gatto secondo quanto descritto dalla ricerca inglese.  

Responsabili di un quadro emopoietico grave che colpisce le cellule a carico del midollo osseo interferendo pesantemente con le difese immunitarie del paziente con un quadro clinico ad esito infausto: anemia, trombocitopenia.

Classe B: comprende la DON o Vomitotossina (deossinivalenolo) che è la micotossina più diffusa in Europa ed è stata riscontrata in concentrazioni di 9 ppm (parti per milione o mg/kg) nell’orzo e 6 ppm nel frumento (grano), mentre nei mangimi destinati ai cani si arriva a quantità pari anche a 15 ppm estremamente pericolose per la salute dei nostri Pet.

Negli animali d’affezione il problema è legato alla tossicità cronica a seguito della assunzione graduale e persistente di mangimi contaminati.

Dose letale per animali = 3-5 mg/kg

A livello legislativo?

La Comunità Europea ha fissato dei limiti max di presenza di questi contaminanti per quanto riguarda le Fumonisine responsabile della Fusariosi della spiga del mais (prodotta dal fungo del genere Fusarium che si accumula sulle cariossidi sotto forma di muffa bianca e provoca, se assunto in alta concentrazione cancro dell’esofago ed alterazioni fetali); il problema si sposta anche su mangimi finiti e complementari destinati ad animali da compagnia.

Sono state accertate che concentrazioni di Fumonisina pari a:

  1. 5-10 mg/kg nei mangimi la Fumonisina B provoca effetti neurotossici nei cavalli (ELEM o Leucoencefalomalacia)
  2. 4-16 mg/Kg nei mangimi nei suini provoca cirrosi epatica e oltre 16 mg/kg edema polmonare
  3. >75 mg/kg nei polli che sono più resistenti.

Le ditte mangimistiche si sono limitate ad affrontare il problema delle Micotossine utilizzando, secondo le normative comunitarie vigenti, degli “additivi” con funzione adsorbente in fase di stoccaggio che dovrebbero rallentare l’assorbimento alimentare a livello gastroenterico.

Oltretutto queste tossine sono estremamente resistenti ai trattamenti con il calore; pertanto, restano inalterati in tutto il processo di trasformazione anche nel nostro pane, biscotti, merendine, nella pasta, nelle fette biscottate consumate quotidianamente dall’uomo o da bambini di tutte le età.

Cosa provocano?

Sono responsabili della attività mutagena o teratogena, in sostanza alterano il DNA e provocano tumori o neoplasie come quelli a livello epatico o renale, oltre ad alterazioni ormonali.

Vengono citati casi umani di Aleukia (ATA) una Leucemia provocata da intossicazione alimentare da T-2 riscontrata nella Seconda guerra mondiale a seguito della assunzione di grano contaminato nell’Oblast’ di Orenburg nella ex Unione Sovietica sud-orientale ai confini del Kazachistan e che dire della Akakabibyo provocata da intossicazione alimentare da T-2 nelle bucce di fagioli nei cavalli in Giappone.

Anche in Cina la presenza di Tricoteceni come DON (deossinivalenolo), T-2 e NIV (nivalenolo) sono stati associati alla insorgenza di disturbi gastroenterici severi con emorragie.

Perché tanto interesse?

Il DON (deossinivalenolo o vomitotossina), la T-2 e il DAS (diacetossiscirpenolo) sono state studiate attentamente negli anni a seguito dell’interesse suscitato dopo che si è pensato di utilizzarle come arma biologica, proprio per la loro capacità di essere rapidamente assorbite per via transcutanea o inalatoria oltre che digestiva.

Trapela la notizia, non confermata ufficialmente, che siano già state impiegate in azioni di guerra in Afghanistan e precedentemente descritta sotto forma di “pioggia gialla” in Laos e Vietnam.

Già in passato in Germania sono stati studiati gli Epossitricoteceni per uso militare poi abbandonati perché troppo suscettibili ai raggi ultravioletti ed al calore.

Aflatossine

Proprio 30 anni fa, agli inizi del Febbraio 1992 cominciai a sensibilizzare gli allevamenti zootecnici bovini e suini sollecitandoli a controllare le materie prime che acquistavano compresi i mangimi finiti al fine di monitorarne la presenza di tossine alimentari.

Nel settore zootecnico quelle che erano definite Micotossine maggiori come l’Aflatossine B1 e G1 prodotte da Ascomiceti del genere Aspergillus contaminavano non solo le granaglie dei cereali ed i sottoprodotti ma anche il latte e le carni degli animali macellati entrando prepotentemente nella catena alimentare.

Le Aflatossine erano già inserite tra le sostanze più cancerogene conosciute fin dal 1961, provocano effetti immunosoppressivi, patologie epatiche, disturbi della fertilità nei bovini e nei suini a seguito della intossicazione cronica.

Commento

Il problema a livello legislativo pur essendo disciplinato sembrerebbe ancora troppo fragile anche quando l’evidenza scientifica è stata capace di trovare conferme.

Si tende a dare scalpore alle evidenze scientifiche in funzione della convenienza economica di pochi e si finisce per surclassare un problema di intossicazione alimentare che riguarda tutti.

P.S. Siamo sicuri che ciò che viene comunemente chiamata “intolleranza alla carne di pollo” che riguarda i nostri piccoli amici Pet non abbia nulla a che fare con le micotossine?