Dott. Fabio Antonioni
Proviamo a fornire qualche breve informazione sotto forma del solito modello adottato di domanda e risposta.
Cosa significa tossicosi?
Occorre sottolineare che quando si parla di intossicazione si intende una assunzione di quantità tossiche (non succede nulla se accidentalmente un cane assume un paio di chicchi di uva che sono caduta a terra o allungati da un bambino) di uva fresca o uva passita che è molto gradita dai nostri animali soprattutto cani cuccioli per il sapore gradevole e dolce.
Da precisare che solo il chicco di uva ( seme) risulta tossico, non il succo d’uva.
Quali disturbi emergono dalla ingestione di uva?
Nella fase iniziale i disturbi clinici emergono a livello di apparato gastroenterico, successivamente possono coinvolgere organi interni con gravi conseguenze a livello renale.
Quali sono le cause?
Non si conosce la causa principale, non sono state individuate molecole tossiche particolari, non si sono trovati pesticidi, metalli pesanti o micotossine responsabili della intossicazione reale.
E’ possibile sostenere che sulla buccia dell’uva sia presente qualche sostanza ad effetto tossico.
Quale la dose tossica?
Nel 1989 è stato verificato che la quantità tossica di uva si aggira intorno a 12,44 gr/ Kg di peso corporeo che corrisponde alla quantità capace di determinare una insufficienza renale grave.
Quali sono i sintomi gastroenterici?
Il primo sintomo che emerge dopo un paio di ore dalla ingestione è:
- vomito con tracce di uva ingerita nelle feci
dopo 4-5 ore si associano:
- apatia
- letargia
- diarrea
- polidipsia (il cane comincia a bere abbondantemente).
Quali sono i sintomi renali?
Dopo circa 24 h possono comparire altri segnali quali:
- depressione
- letargia
- vomito e diarrea
- disidratazione
- tremori
- addome dolente
Questa fase è accompagnata da alterazione dei valori ematici indicativi di una sofferenza a carico dell’apparato renale che può assumere un carattere progressivo davvero allarmante.
Quali le conseguenze reali?
La prognosi resta riservata, si tratta di una condizione grave, pertanto è possibile che questo processo degenerativo con conseguente necrosi renale porti ad un blocco renale con conseguente decesso. Quei soggetti che hanno subito un decorso meno invasivo nell’arco di un paio di settimane possono superare la crisi.
Come salvare il proprio cane?
Evidentemente la tempestività dell’intervento medico appare l’elemento primario da mettere in atto, più si aspetta peggio è. Quindi anche innescare il vomito entro le prime due ore può essere una ottima soluzione impedendo all’uva di raggiungere la sede intestinale.
È consigliato associare carbone attivo per ridurre l’assorbimento a livello intestinale, poi il paziente deve essere sottoposto a fluidoterapia (soluzioni endovenose).
Ed il Medico Omeopata come interviene?
Oltre ad indurre il vomito con i metodi tradizionali e procedere con la fluidoterapia il Veterinario Omeopata può intervenire con rimedi omeopatici specifici che consentono di ridurre sensibilmente i sintomi gastroenterici e quelli più devastanti a livello organotropico.
Ciò consente al cane di recuperare la condizione generale in tempi più rapidi come auspicabile. Spesso l’associazione terapia tradizionale e terapia omeopatica risulta una formula vincente dal momento che si potenziano entrambe con risultati soddisfacenti a favore del paziente animale.