Dott. Fabio Antonioni
Vediamo di cosa si tratta.
Come è conosciuta in gergo?
In gergo viene definita “CODA DELLO STALLONE”
Ne possono essere colpiti sia cani che gatti e risulta essere un disturbo prettamente di natura estetica che infastidisce molto i proprietari che si rivolgono a noi per risolvere il problema della “coda spelacchiata”.
Un fenomeno che interessa cani e gatti giovani e meno giovani.
Come si presenta la lesione cutanea?
E’ una dermatosi localizzata che coinvolge solitamente le zone dorsali della coda a poca distanza dall’ attaccatura della stessa.
Si manifesta con una perdita del pelo che può riguardare una porzione della coda, zone alopeciche rotondeggianti singole o ravvicinate oppure si nota una insolita zona triangolare depilata.
Altre volte la lesione appare più vasta, tende a colpire tutta la lunghezza della coda ed il cane o gatto possono manifestare un aspetto “spelacchiato”.
Si tratta di un problema che colpisce le ghiandole sebacee localizzate sulla parte dorsale della coda, si parla tecnicamente di iperplasia ghiandolare delle ghiandole sopracaudali.
Che funzione hanno queste ghiandole?
Producono un sebo che si deposita in eccesso alla base del pelo e possono provocare il disturbo, talora con prurito altre volte senza a seconda della fase.
All’interno di questo sebo solitamente ci sono sostanze traccianti come i “ferormoni” che servono agli animali per esercitare la marcatura olfattiva, le stesse ghiandole le ritroviamo in altri punti strategici del nostro animale, sul muso, sui polpastrelli, sulla zona perineale.
E’ comune vedere cani che marcano la zona dove sporcano raspando il terreno con le loro zampe un atteggiamento comune per marcare il territorio, una esigenza atavica e distintiva per loro.
Gli animali domestici sfruttano la comunicazione interattiva attraverso l’olfatto, si riconoscono in questo modo, non tanto visivamente quanto attraverso la percezione di quelle molecole odorose che possono essere recepite anche a lunga distanza.
Quale la causa?
In verità non si conosce un’unica causa eziologica del problema dermatologico, addirittura si fa riferimento a cause concomitanti come: batteri, funghi, parassiti o tumorali a carico della zona.
Tutte le ipotesi possono essere ugualmente interessanti e valide ma nessuna finisce per essere esclusiva e nessuna esclude l’altra.
Viene riferito un disturbo di origine ormonale, dettato da un eccesso di ormoni androgeni, soprattutto testosterone nel maschio anche se il problema interessa anche femmine e maschi regolarmente sterilizzati.
Quale la terapia proposta?
Quasi sempre per il trattamento della dermatosi seborroica della coda si tende a proporre l’attenzione a curare l’igiene e la pulizia della coda, si consigliano detergenti locali, antibiotici locali, antifungini o antiparassitari per via generale.
In verità la terapia tradizionale appare piuttosto vaga, aspecifica e comunque poco mirata, non sembra esistere una soluzione definitiva a dimostrazione di una diagnosi ipotetica.
Alcune volte, a seconda del periodo stagionale si assiste ad una remissione progressiva del problema, altre volte persiste per più tempo.
Spesso il proprietario tende ad incolpare all’uso di questo o quel mangime e fa le sue prove ma non riesce a trovare il bandolo della matassa e si rivolge al Veterinario.
Altre ipotesi possibili?
Forse dovremo soffermarci di più al tema della marcatura tanto cara ai nostri animali, un modello espressivo e comunicativo fondamentale del mondo animale.
In fondo proprio la marcatura olfattiva sta alla base del modello interattivo con l’ambiente circostante e con altri conspecifici anche a distanza, una sorta di “wi-fi” in fondo.
Mentre l’uomo usa la parola o il campo visivo, l’animale riesce a stabilire una connessione attraverso l’informazione olfattiva che consente di distinguere zone di predominio territoriale da rispettare ed evitare e zone da poter frequentare e conquistare.
Anche in ambiente domestico il nostro cane o gatto tendono ad esplorare l’ambiente lasciando tracce evidenti del loro passaggio, un chiaro segnale della loro presenza.
Potremo anche immaginare che gli animali rinchiusi in ambienti domestici soffrano di una ipotetica sindrome da lock-down, che finisce per predisporli a manifestare questa dermatite localizzata alquanto banale ma fastidiosa.
Non è assurdo pensare che il problema sia la conseguenza di uno status emotivo particolare determinata dalla convivenza con l’uomo, una sorta di vessazione ambientale inconscia che porta l’animale a manifestare il disturbo delle ghiandole sebacee sopracaudali a funzione strategica.
Un bisogno negato di far sentire la propria presenza in qualche modo!
Annotazione personale: ricordatevi anche delle Micotossine (Fusariotossine) presenti nei mangimi commerciali contaminati da materie prime di scarso valore nutrizionale che possono essere una delle cause scatenanti le gravi dermatiti della coda spesso scambiate per dermatomicosi. Evitare i mangimi secchi sfusi.