Megacolon – GASTRO-INTESTINALE

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Dott. Fabio Antonioni

Di cosa si tratta?

Si tratta di un disturbo che colpisce i soggetti più anziani, più frequente in alcune razze di gatti.

Consiste in una dilatazione anomala della porzione del grosso intestino deputato all’azione di assorbimento di acqua (COLON).

Il problema della dilatazione persistente è legato alla atonia intestinale, cioè alla riduzione o assenza dello stimolo motorio peristaltico responsabile dello spostamento graduale della massa fecale all’interno del lume intestinale.

La conseguenza clinica consiste in un progressivo ristagno di feci che tendono ad accumularsi nel COLON fino a compattarsi formando una massa uniforme e statica che assume l’aspetto di un grosso tubo dilatato (vedi Rx del cane).

Cause predisponenti
Le cause solo sconosciute e quindi presunte.
Si può prevedere l’insorgenza di un problema di questo tipo in un cucciolo che manifesta una condizione predisponente di stitichezza cronica o stipsi che alla lunga può sfociare in megacolon anche se non è una regola, altre volte si dà la colpa ad una dieta errata o carente di fibre incapace di favorire un regolare movimento intestinale, altre volte la presenza di corpi estranei o di parassiti intestinali possono contribuire a rallentare il transito intestinale ecc..
Tante sono le ipotesi fatte ma la scienza medica non sembra avere tutte le risposte.
In ambito umano è riconosciuta una forma congenita nei neonati legata ad un deficit neurologico che colpisce la porzione del colon conosciuta come Malattia di HIRCHSPRUNG dovuta alla assenza di plessi autonomi gangliari di Heisser e Auerbach ed identifica una forma di Megacolon agangliare che richiede un intervento chirurgico correttivo.
 
Sintomatologia
Il risultato finale è che il cane non riesce a svuotare l’alvo, non emette feci pur manifestando uno stimolo sempre maggiore alla defecazione, resta in posizione di spinta inarcando la schiena (falsa cifosi) senza riuscire a liberarsi, talvolta presenta un atteggiamento quasi continuo con tenesmo.
In alcune occasioni può espellere poche feci piuttosto grandi e grossolane ma in generale il disagio è meno evidente perché continua a muoversi ed a mangiare più o meno regolarmente.
Appare chiaro che se il problema persiste e si aggrava occorre portarlo dal Veterinario.
Nel gatto la situazione appare analoga, il proprietario nota che non sporca più la cassetta igienica, il tubo intestinale si riempie di feci che assumono una composizione a catenella fino a coinvolgere l’intestino tenue, la palpazione addominale profonda consente di apprezzare l’aumento del volume intestinale e di emettere una diagnosi clinica.
Il gatto viene portato in visita per anoressia e vomito causato dalla attivazione di movimenti antiperistaltici, tende a manifestare pelo secco, arruffato, stato di sofferenza generale, si isola, si muove poco.
 
Diagnostica
La diagnostica Rx addominale conferma il sospetto clinico, qualora si escluda la presenza di eventuali corpi estranei o masse tumorali che possano compromettere la peristalsi intestinale, la diagnosi appare abbastanza intuitiva.
 
Soluzione immediata
Il Veterinario può intervenire nel paziente sedato e procedere ad una evacuazione manuale delle feci mediante l’uso di clisteri o soluzioni oleose che consentono la parziale dissoluzione favorendo la rimozione della ostruzione fecale.
Nei gatti è facile imbattersi in fecalomi che tendono ad ostruire meccanicamente il lume intestinale e fungono da tappo.
Nel cane può essere necessario l’intervento chirurgico qualora ci siano corpi estranei ostruttivi (nel caso di ingestione di ossa ad esempio).
 
Gestione terapeutica post-intervento
Il problema è quello di ridurre il rischio di ricaduta con ristagno fecale nelle fasi successive; quindi, si consiglia una terapia dietetica ricca in fibre, probiotici per tentare di ristabilire l’equilibrio microbiotico alterato.
Si può ricorrere a terapie specifiche con lassativi, emollienti fecali, olio di vaselina ed analoghi.
 
OMEOPATIA: approccio
Se con la terapia farmacologica spesso non si riesce ad ottenere la piena soddisfazione del cliente perché alcuni pazienti non sembrano rispondere in modo adeguato al trattamento terapeutico manifestando recidive o addirittura diarree, la medicina omeopatica offre soluzioni efficaci e prive di effetti collaterali o disturbanti.
L’approccio omeopatico è sempre una terapia naturale, non invasiva, non provoca assuefazione, più semplice anche nella somministrazione quotidiana, priva di sapore ed odore sgradevole e consente la gestione del problema da parte del proprietario senza troppe difficoltà anche per un periodo di tempo medio lungo o a cicli.