Osteoartrite nel cane- ORTOPEDICO

Dott. Antonioni Fabio Veterinario Omeopata  > Patologie >  Osteoartrite nel cane- ORTOPEDICO
0 Comments

Dott. Fabio Antonioni

Articolazioni nel cane

Affronteremo la malattia secondo il modello classico della domanda e risposta.

Che cosa è?

La Osteoartrite chiamata anche osteoartrosi è una patologia osteoarticolare che colpisce alcune strutture dell’apparato osteo-scheletrico che sono quelle che permettono al cane di potersi muovere agevolmente e comprende: articolazioni, ossa e muscoli.

Si tratta di una patologia che fa il suo esordio come malattia a carattere infiammatorio che ha un andamento evolutivo di tipo cronico e quindi progressivo ma si riscontra anche in pazienti relativamente giovani.

Quali sono i soggetti colpiti?

Spesso la patologia si riscontra in seguito a controlli radiologici del proprio cane anziano, ma sono riscontrabili precocemente anche in cani relativamente giovani a seguito di fenomeni di algia o zoppia.

Può riscontrarsi in cani di taglia medio grande ma anche quelli piccoli, non ci sono distinzioni tra maschi o femmine.

Quali sono i settori articolari interessati?

Sono interessate solitamente grosse e piccole articolazioni di:

  • anca
  • ginocchio
  • gomito
  • tarso e metatarso
  • carpo e metacarpo
  • vertebra

nella maggior parte dei casi le articolazioni presentano anomalie a livello del rivestimento cartilagineo che si dimostra gravemente alterato a causa della sollecitazione meccanica associato ad uno stato infiammatorio latente che ne determina una alterazione strutturale.

Quali sono i fattori predisponenti?

Evidentemente le anomalie congenite, le displasie delle anche, dei gomiti, delle spalle, le distrazioni ossee provocate da traumi in animali da lavoro, le rotture di legamenti del ginocchio ad esempio o quelle tutte condizioni che vanno a modificare gli appiombi del paziente finiscono per non consentire al sistema osteoarticolare di lavorare adeguatamente. Nel tempo si vengono a creare processi infiammatori locali che tendono a cronicizzare e scatenano una progressiva e lenta erosione a carico della cartilagine articolare, della capsula articolare, dei legamenti.

Uso di Antibiotici CHINOLONICI ( vedi alla voce Farmaci e altro) frequentemente utilizzati nel settore veterinario in animali in accrescimento con danni alle cartilagini, artropatie o mialgie.

Quali sono i sintomi?

Quasi sempre si tratta di pazienti che manifestano difficoltà nel movimento, possono presentare una improvvisa zoppia in determinate articolazioni, quelle più sollecitate sono a carico delle ginocchia o delle anche a livello dei gomiti o altre articolazioni distali.

Il dolore rappresenta un elemento distintivo che si associa a zoppia e quindi ad una ridotta funzionalità.

Il proprietario si accorge che il proprio cane zoppica oppure fatica a scendere o salire in auto spontaneamente, altre volte cammina in modo più rigido, meno armonico del solito, ha minore resistenza fisica allo sforzo e tende a fermarsi frequentemente, fatica a salire o scendere le scale.

E la visita ortopedica?

La visita clinica comprende la valutazione delle condizioni generali del paziente in stazione e durante la fase di movimento, ci sono pazienti che in una fase iniziale tendono scaricare l’arto interessato caricando il peso nell’arto controlaterale, successivamente si possono ispezionare quelle zone del corpo che appaiono non conformi attraverso una valutazione della capacità estensoria o flessoria dell’arto, si controllano i legamenti e le fasce esterne muscolari o tendinee che le compongono, si valuta il grado di algia ed infine la Rx conferma il sospetto di un quadro artrosico limitante.

La Rx consente di comprendere il livello di gravità del quadro ortopedico, il grado di lesionalità delle singole strutture anatomiche soprattutto a livello di singole articolazioni. Talvolta il quadro che emerge può essere monolaterale o spesso bilaterale, oppure trasversale.

Quale la prognosi clinica?

Evidentemente più le articolazioni sono compromesse in termini anatomici maggiore sarà la manifestazione del dolore locale e la limitazione in termini funzionali che provoca ridotta capacità motoria di quella parte anatomica, oppure anche l’impossibilità totale al movimento.

Terapia tradizionale cosa offre?

Esiste una esigenza di ordine pratico, il cane deve riprendersi prima possibile.              

Spesso questi pazienti seguono un percorso terapeutico che li porta sottoporsi a cicli di terapie a lunga durata a base di antinfiammatori a dosi crescenti fino all’intervento di chirurgia con inserimento di protesi.

Da premettere che queste terapie non sono all’acqua di rose, sono basate su principi attivi che agiscono sul dolore, si prescrivono antinfiammatori FANS oppure anche corticosteroidi, per non parlare del Gabapentin che trovo discutibile.

Non intendo dilungarmi sulla proposta della terapia monoclonale per gestire il dolore artrosico nei cani proposta come innovativa soluzione dalle Cliniche Veterinarie a seguito delle esperienze televisive anti- Covid-19.

Spesso si fa un uso arbitrario di integratori definiti “naturali” contenenti glucosamina solfato o condroitinsolfati ai quali aggiungono qualche fitoterapico di circostanza allo scopo di attirare il cliente più naturalista. E che dire dell’Artiglio del Diavolo, altra Fakenews tutta veterinaria!

E la terapia omeopatica?

Personalmente ho studiato un Rimedio Omeopatico Situazionale che ha la funzione di ridurre il fenomeno algico locale da utilizzare come sintomatico che potrete ricevere direttamente a casa consultandomi via mail anche associandolo alla terapia farmacologica.

Vantaggi

  1. scomparsa graduale ma rapida del dolore in sede articolare
  2. oggettivo recupero funzionale del cane,
  3. successivamente le condizioni cliniche del cane tenderanno a migliorare progressivamente tanto da evitare il fatidico intervento chirurgico
  4. somministrazione di farmaci naturali anche per lunghi periodi senza pericolo di assuefazioni o tossicità.

Non è difficile per un Veterinario Omeopata imbattersi in animali che zoppicano pur essendo stati operati.

Qui non si discute sul tipo di intervento che tecnicamente può essere ben riuscito, ma occorre informare il proprietario che il proprio cane potrà manifestare nel corso del tempo problemi in articolazioni controlaterali, quante volte si vedono cani operati prima all’anca e poi successivamente al gomito anteriore controlaterale.

In tal senso il proprietario andrebbe informato sui presunti rischi potenziali.