Dott. Fabio Antonioni
Di cosa si tratta?
Definita anche come dermatosi acrale, dermatite da leccamento, psicodermatosi che fanno capo a disturbi a carico della pelle nel cane o nel gatto.
Si tratta di lesioni cutanee autoindotte che il singolo paziente si procura spontaneamente attraverso l’azione di leccamento persistente o mordendosi la pelle di alcune zone del corpo.
L’ansia o la noia possono essere fattori scatenante del disturbo, d’altronde un atto ripetitivo o compulsivo innesca nell’animale una risposta un appagamento psicologico più o meno efficace ma anomala, fuori della norma.
Rientra nella grande categoria dei disturbi comportamentali ossessivi-compulsivi, cioè l’animale viene classificato come un malato mentale, un piccolo schizofrenico a tutti gli effetti, ma non preoccupatevi tutto si aggiusta con il farmaco giusto!
( vedi serotonina nel sito).
Siamo proprio convinti che siano tutti animali psicopatici e come malati mentali vanno trattati oppure è solo follia?
Quali sono i pazienti colpiti?
Possono essere cani o gatti di tutte le età, la dermatite da leccamento o acrale si può riscontrare in una categoria di soggetti diversi, si passa all’interno del contesto domestico in gatti di città, ma anche in cani che vivono in giardino e godono di una certa libertà di movimento possono esserne colpiti.
Non esistono razze più o meno predisposte, anche animali ben accuditi possono rivelare tensioni emotive che rimangono nascoste e che emergono in superficie nel tempo con conseguenti manifestazioni reattive anomale che sono la chiave di un disadattamento ambientale.
Nella medicina tradizionale sono considerati dei veri e propri malati mentali per farla breve e come tali trattati di conseguenza!
Cause eziologiche?
Tante sono le ipotesi proposte, in fondo si tratta di un disturbo comportamentale che si innesca in conseguenza a possibili eventi frustranti che spingono alcuni animali domestici ad atteggiamenti sostitutivi procurandosi lesioni cutanee in forma più o meno diffusa e grave ad andamento cronico.
Le cause sono molteplici da scriversi a possibili fattori ambientali, a situazioni di disagio o di disadattamento con relative turbe compulsive e maniacali.
Personalmente ritengo che alla base ci possano essere altri fattori da prendere in esame: la solitudine forzata, l’isolamento in un box o in un serraglio, la carenza di stimoli ambientali, la nascita di un bambino o persino il controllo esercitato dal proprietario ansioso così come una richiesta di attenzione non sufficientemente soddisfatta può innescare uno stato ansiogeno persistente con il comportamento ossessivo-compulsivo.
Sia l’assenza che la presenza assidua del proprietario possono scatenare involontariamente la comparsa di uno stato di ansia permanente nell’animale.
Nel gatto anche un cambiamento ambientale repentino come la presenza di un nuovo arrivo in ambito domestico può tradursi in una condizione capace di scatenare un disturbo compulsivo di questo tipo.
Sintomi clinici
In parziale sostituzione del tradizionale leccamento assistiamo ad atteggiamenti come lo strapparsi il pelo dalle zone più declivi, da cui il termine di dermatite acrale.
GATTI: è facile assistere ad insistenti leccamenti a carico dell’addome con la comparsa di una zona alopecica ampia che interessa l’inguine, la faccia mediale delle cosce, la zona ombelicale ed addominale più declive o il perineo, talvolta la coda.
CANI: lesioni focali a carico delle zampe anteriori o posteriori a livello delle pieghe articolari nella faccia dorsale con la comparsa di veri e propri eczemi, ferite, piaghe, placche, granulomi, comedoni con zone alopecie ed iperpigmentate.
Talvolta le lesioni croniche possono favorire la presenza di infezioni secondarie a livello cutaneo che predispone al ricorso a cicli di antibiotici per via generale per ridurre l’entità delle lesioni.
Prognosi?
Il proprietario ci chiama a consulto dal momento che lamenta la tendenza un comportamento assillante e ripetitivo del proprio cane che tende a grattarsi insistentemente le zampe durante tutto l’arco della giornata anche in sua presenza, oppure vede il gatto che tende a leccarsi la pancia strappandosi letteralmente il pelo.
Per il Veterinario queste dermatiti da leccamento su base psicogena non sono disturbi semplici da gestire dal momento che occorre un iter diagnostico che prevede una esclusione progressiva di infezioni batteriche, virali, parassitarie, fungine e si finisce per somministrare cicli di corticosteroidi per bloccare il prurito ma in queste forme risultano poco efficaci o parzialmente utili.
Eventuali bagni medicati nel cane non trovano altrettanto sollievo e soluzione.
Come curare queste forme?
Occorre spiegare al proprietario che anche la banale fasciatura della zona interessata non comporta il minimo beneficio se non la comparsa di altrettante lesioni a carico di altre parti del corpo facilmente accessibili.
Nel cane spesso si fa ricorso a collari elisabettiani per impedire il persistere del loro atteggiamento ripetitivo ma sono misure palliative che non trovano soluzione definitiva al problema.
Spesso l’ansia e la noia vengono ritenuti elementi fondanti alla base del disturbo comportamentale e come tale passa di competenza al Veterinario esperto comportamentista che non mancherà di prescrivere lo psicofarmaco di turno (cerca serotonina nel sito).
Prassi obbligata o scelta consapevole?
Il ricorso agli psicofarmaci viene presentata come la soluzione finale da perseguire senza troppi indugi, d’altronde a ciascuna malattia corrisponde il farmaco di elezione.
Si tratta di farmaci che non possono essere sospesi a piacimento dal proprietario, prevedono un trattamento medio-lungo, visite di controllo, modulazione del dosaggio nel tempo.
Molti clienti si sentono appagati dalla somministrazione ponderale di una, due, tre compresse al giorno, non c’è paragone in termini di efficacia.
In fondo è risaputo più è grande il problema più occorre fare ricorso a dosi ponderali di medicina, non ci sono dubbi, si tratta di posare sui piatti della bilancia pesi ed effetti.
Alla fine c’è chi accetta che il proprio animale venga classificato come un povero disadattato mentale e sottoposto alla terapia farmacologica destinata agli schizofrenici.
Una scelta del tutto personale che ritengo poco convincente, non sempre risolutiva e discutibile.
Propendere per la soluzione omeopatica attraverso il ricorso a poche gocce di rimedio non sembra offrire altrettante garanzie in termini di soddisfazione, inoltre non significa che l’approccio omeopatico sia più semplice e la soluzione possa essere rapida, tutto dipende da caso a caso, comunque devo ammettere che gli effetti positivi talvolta sorprendono lo stesso Omeopata.
Ogni singolo paziente richiede la prescrizione del suo rimedio costituzionale di fondo per eradicare il problema in modo definitivo e prolungato nel tempo.
Psicofarmaci utilizzati (principi attivi):
- Fluoxetina
- Aloperidolo
- Naloxone
- Fenobarbital
- Diazepam
Medicina Omeopatica
Prevede la ricerca del rimedio costituzionale di fondo per ogni singolo paziente.