Dott. FABIO ANTONIONI
Si tratta di una patologia frustrante per il Proprietario, perché fortemente invalidante e con prognosi infausta per il paziente animale. Vediamo di fornire alcune informazioni generali.
Di cosa si tratta?
Inizialmente conosciuta con il nome di Malattia degenerativa del Pastore tedesco o MD.
Si tratta di una malattia degenerativa neurologica che colpisce alcune razze di cani provocando un evidente e progressivo deficit motorio a carico delle zampe posteriori.
Un disturbo che coinvolge il midollo spinale e provoca incapacità del cane a mantenere la stazione quadrupedale nel moto corretto riducendo enormemente la capacità di movimento con paraparesi degli arti posteriori.
Quali razze di cani sono colpiti?
La malattia può colpire anche se raramente i gatti, frequente riscontro nel Pastore tedesco, il Corgie, il Rodesian Ridgeback e Fox terrier ma anche altre.
Come si scatena la patologia?
La patologia ha un decorso progressivo in 6-12 mesi, insorge silenziosamente in modo subdolo ed ha un andamento cronico. Solitamente colpisce soggetti adulti intorno ai 5 aa di età, talvolta anche più giovani.
Causa eziologica
Sono emerse diverse ipotesi, da quelle nutrizionali o carenziali a quelle autoimmuni, attualmente è emersa quella di origine genetica.
Sembra che la porzione anatomica interessata dal fenomeno degenerativo della colonna vertebrale sia tra T3 ed L3.
Si è fatta avanti l’ipotesi di una componente ereditaria, si tratterebbe di un disturbo genetico o meglio una mutazione genetica, sembra che molti cani colpiti presentino tale mutazione.
Sembra esistono due alleli a livello cromosomico, uno “G” che non determina la malattia ed uno “A” che è portatore di malattia.
La combinazione allelica presente nel paziente è doppia, infatti una sequenza allelica viene ricevuta dalla linea materna ed uno dalla linea paterna, pertanto le combinazioni possono essere così composte:
- AA = presenza di malattia manifesta
- AG = assenza di malattia ma portatore sano destinata alla generazione successiva
- GG = assenza di malattia
Sintomatologia clinica
Si manifesta con disturbi progressivi della motilità a carico del treno posteriore:
- incoordinazione degli arti posteriori e rigidità
- debolezza a carico degli arti posteriori (fatica a reggersi sulle zampe posteriori)
- perdita del tono muscolare a carico di cosce con atrofia progressiva
- deficit neurologico motorio e sensoriale delle zampe posteriori
- paresi invalidante
Tecnicamente il cane tende ad un atteggiamento con la schiena di falsa cifosi con difficoltà a comandare gli arti posteriori che tendono ad essere come trascinati, ci sono momenti nei quali il cane sembra migliorare, altri nei quali il peggioramento appare più evidente.
E’ una patologia che non provoca alcuna sofferenza o dolore particolare ( a meno che non ci siano altre patologie neurologiche concomitanti), semmai c’è una tendenza finale a camminare strisciando la faccia dorsale del piede posteriore, in termine tecnico “knuckling”( vedi foto) o dorso-flessione spontanea del piede.
Diagnosi clinica
La diagnosi prevede un decorso molto simile a quello previsto per la discopatia (vedi discopatia nel cane), pertanto occorre escludere la presenza di altre patologie degenerative a carico della colonna che comunque possono anche essere presenti e concomitanti così come la presenza di spondiloartrosi vertebrali come complicanze.
Spesso è anche difficile la diagnosi clinica quando altri quadri patologici si sovrappongono.
Non è difficile trovare cani che sono stati operati di ernia discale che poi in seguito presentano deficit motori per errata diagnosi.
Purtroppo non esistono terapie efficaci, anche l’uso delle cellule staminali non è in grado di garantire una prognosi fausta.
Attualmente viene proposto un test per la mutazione del gene S0D1 responsabile della degenerazione della sostanza bianca del midollo spinale ( sia fasci ascendenti che discendenti) che conferma la diagnosi clinica.
Terapia Omeopatica possibile
Spesso questi soggetti vengono portati alla nostra attenzione quando la patologia è già in uno stato avanzato e comunque risulta irreversibile, talvolta si presentano associati disturbi a carico dell’apparato urinario che devono essere gestiti opportunamente.
Questa categoria di pazienti meritano tutto il nostro apporto ed il sostegno possibile garantendo loro uno stile di vita dignitoso.
La terapia omeopatica, pur di fronte ad una prognosi incerta contribuisce a portare i suoi benefici rallentando l’evoluzione del processo degenerativo.
Evidentemente è richiesto l’uso di più rimedi nel corso del tempo in funzione della evoluzione di singolo caso.
Non è possibile pensare ad una guarigione definitiva ma è possibile sostenere il grave deficit di questi pazienti con una terapia naturale che offre comunque vantaggi incontestabili.
Tengo inoltre a precisare che da colleghi non Omeopati propongono rimedi omeopatici unitari come terapia senza alcun Titolo. Devo ricordare che solo i Veterinari Omeopati sono abilitati a fare la prescrizione omeopatica, non ci si inventa Omeopati al momento, vedi quanto stabilito dal Codice Deontologico professionale, vero colleghi?
Lathirus Sativus non funziona! ( fakenews omeopatica )