Spondilosi- ORTOPEDIA

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Dott. Fabio Antonioni

Di cosa si tratta?

Si tratta di un disturbo degenerativo che colpisce le estremità dei corpi vertebrali e precisamente gli spazi dove sono alloggiati i dischi intervertebrali dislocati lungo il tutto decorso del rachide.

Nel corso del tempo in un cane l’eccessiva ed anomala sollecitazione meccanica tra i capi vertebrali che possono esitare in quelli che vengono chiamati comunemente “osteofiti” a forma di becco (parti nere nella figura). Si tratta di sovrossi veri e propri che arrivano a saldarsi fra loro formando ponti ossei tra una vertebra e quella adiacente ( grado III e IV ) in un determinato settore della colonna.

Esistono differenti gradi di spondilosi in funzione del livello di gravità ( vedi fig.), pertanto le vertebre tenderanno a comprimere sempre di più i dischi intervertebrali che tenderanno a calcificarsi.

Come evolve la patologia?

La patologia ha una evoluzione progressiva, i fenomeni algici possono manifestarsi obbligando il cane a restare sdraiato più a lungo. La colonna vertebrale perde elasticità, riduce la sua flessibilità, pertanto il cane durante la sua deambulazione potrà inciampare o incrociare gli arti posteriori (nelle fasi più avanzate).

La Spondilosi non è una patologia di esclusiva pertinenza ortopedica ma anche neurologica, i deficit motori sono determinati dal coinvolgimento delle radici nervose periferiche che partono dal midollo spinale.

Non è difficile rilevare una diminuzione progressiva della motilità e della sensibilità a carico degli arti posteriori a partire dal piede e via via salendo sino al garretto.

Quali le possibili complicanze?

Possono insorgere ulteriori complicanze di pertinenza del sistema circolatorio.

La progressiva carente sensibilità a carico delle zampe posteriori può causare la formazione di lesioni da decubito, piccole piaghe ulcerate che si vengono a formare sulla pelle per la tendenza del cane a preferire la posizione su un solo fianco.

Cosa nota il proprietario?

Nella fase iniziale il proprietario lamenta graduale diminuzione delle capacità motoria del proprio cane, un rallentamento fisico che si palesa facendo le scale accompagnata da una deambulazione rallentata.

Esordisce con una rigidità generale e diminuzione della massa muscolare specie a carico del treno posteriore, le dimensioni delle cosce si fanno più sottili, il cane sembra perdere la tonicità originaria.

Altri segnali possono essere rappresentati dalla incapacità da parte del cane di camminare in modo armonioso, accorcia il passo, fatica a sollevarsi da terra più del dovuto e riduce la proverbiale resistenza allo sforzo fisico.

Avremo pazienti che tendono ad essere piuttosto irrigiditi a livello cervicale, a livello dorsale e sopratutto lombo sacrale, si potranno avere anche ripercussioni delle funzioni organiche con fenomeni di incontinenza urinaria sporadica nelle situazioni più evolute.

Come si fa la diagnosi?

La Diagnosi clinica si fa dopo una visita ortopedica e trova conferma con un accertamento radiologico che mette in evidenza le anomalie a carico degli spazi intervertebrali a livello lombare o toraco-lombare.

Può capitare che il cane (anche di media o piccola taglia) non manifesti apparentemente alcun problema motorio ma la lastra Rx permette di evidenziare la Spondilosi anche nelle forme più precoci.

Non è difficile che si tratti di un reperto occasionale nelle circostanze che richiedano il ricorso all’esame Rx addominale o toracico.

Quale è la terapia farmacologica?

Evidentemente il proprietario chiede di ripristinare lo stato di salute del proprio cane in tempi brevi, ma la Spondilosi ha una evoluzione ingravescente che non lascia grandi margini di manovra al terapeuta.

La somministrazione di antinfiammatori tradizionali allevia la sofferenza del cane permettendogli una migliore propensione al movimento ma non appena si sospende la terapia lo stato di salute torna nella condizione di partenza.

La proposta di persistere nella terapia antalgica ed antinfiammatoria può essere allettante ma non è sempre applicabile, come alternativa il Veterinario potrà sempre ricorrere ai “corticosteroidi” soluzione a mille problemi a scapito di inevitabili effetti collaterali.

E l’Omeopata che può fare?

Il protocollo terapeutico classico per la Spondilosi del cane agli occhi di un Omeopata Veterinario appare poco comprensibile ma la farmacologia non offre alternative, alla fine il cortisone accontenta sempre tutti.

Personalmente anche l’uso del Gabapentin in ambito veterinario indicato per il dolore neuropatico lo trovo discutibile.

La sperimentazione con le cellule staminali ha permesso di ottenere risultati ottimali a livello neurologico ma il costo della terapia appare proibitivo e non sempre offre garanzia di successo.

Evidentemente l’uso protratto di farmaci antinfiammatori non giova al paziente anche quando il proprietario pretende di avere il proprio cane in forma nel più breve tempo possibile, non vuole vederlo zoppicare né tanto meno tentennare.

Attualmente esistono ottimi centri fisioterapici veterinari che si prestano a sottoporre il cane a cicli di riabilitazione fisica un po’ come succede in campo umano, è auspicabile che diventino sempre più numerosi anche nelle periferie.

La Medicina Omeopatica consente di intervenire con rimedi naturali capaci di ripristinare, in tempi brevi, parte della funzionalità di parti anatomiche interessate dal deficit motorio.

Personalmente ho studiato un Rimedio Omeopatico Situazionale capace di rallentare il processo evolutivo della patologia e donare maggior sollievo al paziente giovane o anziano, chi fosse interessato può Consultarmi via mail e ricevere a casa il prodotto.

Ha il vantaggio di essere una terapia atossica priva i effetti collaterali che si può protrarre per tempi lunghi   con l’opportunità di ottenere enormi benefici e piena soddisfazione da parte dei proprietari che spesso ci contattano.